Nicolò Lo Monaco giovane chef di Caltagirone, l’amore per il cibo è stato motore trainante per lanciarsi in un percorso gastronomico da professionista.
Esperienze formative importanti, critiche e complimenti stellari sono tasselli della carriera di Nicolò, protagonista di nuove sfide e con un sogno nel cassetto: aprire un ristorante.
Nicolò ci ha raccontato la sua vita e i suoi progetti.
Ciao Nicolò, chef giovane ma con un bel bagaglio di esperienze, parlarci un po’ di te. Come nasce il tuo amore per la cucina?
La mia passione nasce sin da piccolo, già a 10 anni sognavo il mio futuro in cucina. Questa passione è nata dal nulla senza un motivo ben preciso, l’unico forse, è il mio amore per il cibo, mi piace mangiare. Fin da piccolino preparavo pranzi e cene ai miei familiari, mettevo dedizione e impegno e soprattutto tanto amore.
Esperienze lavorative, qual è stata quella che ti ha formato maggiormente?
Non ho avuto tantissime esperienze, ma posso dire che quelle che ho avuto sono state molto longeve, durature e formative. Ogni tassello del mio percorso mi ha insegnato qualcosa e mi ha formato in maniera diversa. La mia prima esperienza è stata al ristorante Coria di Caltagirone, mi ha formato anche sotto il punto di vista umano, su come interagire all’interno di una cucina. Organizzazione, gestione di catering e banqueting.
L’esperienza a Torino, precisamente al Cannavacciuolo bistrot, è stata importante sotto altri aspetti. Da premettere che li è un altro mondo essendo una ristorazione basata su una clientela molto ma molto esigente, tutto deve seguire la visione dello chef Cannavacciuolo. Lì ho imparato la perfezione, la disciplina anche nel relazionarsi con persone di un certo spessore. Nonostante fossimo tutti sotto pressione, i ritmi erano eccellenti e il livello altissimo.
Sei molto giovane, hai incontrato qualche difficoltà che ha fatto vacillare il tuo sogno?
Ho iniziato il percorso in cucina a 16 anni, ho sempre avuto la giusta caparbietà per raggiungere gli obiettivi prefissati. In questo settore ho iniziato dalle basi, dal pizzaiolo, sino ad arrivare dove sono ora. Ho avuto diversi problemi ma la tenacia mi ha sempre fatto stringere i denti affinchè non mollassi, nonostante i tanti sacrifici. Oggi sono soddisfatto dei fantastici risultati ottenuti.
Ricordi un complimento che ti ha fatto particolarmente piacere? Se si, quale?
Tra complimenti e critiche ricevute potrei scrivere un libro, posso dire che in questo lavoro, se commetti degli errori ti criticano e screditano. Se invece fai bene, sembra sempre normale amministrazione, anche se durante il percorso ho ricevuto graditissimi complimenti. A onor del vero devo dire che ho ricevuto anche critiche costruttive che sicuramente mi hanno aiutato a migliorare.
Parliamo di cibo, qual è la ricetta a cui sei più legato?
Non ho un piatto particolare che mi contraddistingue, cerco di eseguire qualsiasi compito e ricetta. I risotti però sono una specialità che mi piace cucinare sia in casa che al lavoro.
Hai uno chef a cui ti ispiri?
Ho conosciuto tantissimi chef siciliani e non, ognuno con la propria filosofia ma non c’è uno chef a cui mi ispiro, baso la mia cucina sui pensieri che ho e sulle richieste delle persone. La passione per questo lavoro è radicata dentro di me, non c’è stato un cuoco o uno chef che mi ha influenzato.
Da qualche anno il mondo dell’alimentazione è un punto cardine dei programmi tv e dei social network, in che modo secondo te sta cambiando questo settore?
Il boom cucina in televisione è stato positivo perché ha messo in luce diverse sfaccettature di questo mestiere. Però non sono d’accordo su un aspetto, tramite una telecamera sembra che fare il cuoco e cucinare sia facilissimo, alla portata di tutti, invece non è così.
Progetti futuri?
Un progetto che ho, ma al momento è lontano, è quello di aprire un mio ristorante insieme a mio fratello Samuele e un mio carissimo amico. Non so quando accadrà, ma sono sicuro che non è un progetto irraggiungibile.