Il mondo culinario è eclettico, innovativo ma profondamente ancorato alle radici delle nostre origini e tradizioni.
La ristorazione italiana è il perno dell’economia del nostro paese, nonostante il Coronavirus abbia travolto e saccheggiato tutti i settori, gran parte dei ristoratori italiani hanno deciso di ripartire con più forza, più grinta, più amore verso la cucina. Perché non può e non deve vincere un virus, non può e non deve causare altri problemi, è giusto provarci, è giusto ripartire. Tra i ristoratori di Caltagirone abbiamo intervistato Francesco Napoli, titolare del ristorante-pizzeria “Pepenero” che ci ha raccontato la sua passione per questo settore e la sua desolazione per i tanti sogni infranti a causa del Virus.
Come e quando nasce la tua passione per la ristorazione?
Lavoro in questo settore dall’età di 12 anni, ho iniziato nel periodo estivo, lavoravo in un bar di Caltagirone, a 17 anni ho preso in gestione un bar – panineria, cosa anomala vista la mia giovane età.
Nel 2000 apre a Caltagirone l’hotel San Mauro, riesco ad entrare come supporto nel servizio di sala, lì nasce la mia passione per questo settore. Avevo 20 anni e non conoscevo bene tante cose, per esempio quante tipologie di coltelli esistevano, ma dopo un paio di anni, grazie al mio impegno e alla mia passione sono diventato il maitre della struttura, nel frattempo organizzavo eventi, Nel 2014 finalmente ho realizzato il mio desiderio, ovvero quello di avere una mia attività, prima in società e successivamente solo.
Hai una ricetta a cui sei più legato?
Non essendo uno chef non ho un piatto particolare a cui sono legato, però posso dire che il cavallo di battaglia della mia cucina è senza dubbio il pesce, soprattutto i tanti antipasti che presentiamo ai nostri clienti.
Qual è stata la scommessa più grande che hai vinto in questo settore?
La scommessa più grande come ho detto prima è stata quella di aver avuto la possibilità e la forza di aprire una mia attività, mi sentivo un vincitore. Il covid purtroppo ha fatto vacillare questa mia forza, poiché oggi la mia passione è ridotta rispetto a prima, a causa della situazione che si è creata.
Come hai provveduto alle misure anticovid? E cosa ti aspetti per il futuro?
Abbiamo provveduto a sanificare l’ambiente e ad attivare tutte le misure di sicurezza. Tanti sacrifici e tante ore di lavoro sono sfumate in 2 mesi, mesi difficili, in cui non abbiamo ricevuto nessun aiuto, i costi sono alti ed è difficile andare avanti. Ci siamo ritrovati chiusi all’improvviso, abbiamo riaperto dopo questi terribili mesi solo con le nostre forze. A febbraio avevo tanti progetti per il futuro, ad oggi un po’ di sogni li sto accantonando. Aspetto cosa succederà nei prossimi mesi e incrocio le dita, non voglio arrendermi.