La notte tra il 14 e il 15 luglio ogni anno a Palermo viene celebrato il culto della Santa Patrona della città, Santa Rosalia, in ricordo del miracolo che salvò la città di Palermo dalla terribile epidemia di peste del 1624.
Il 14 luglio notte e il giorno successivo a Palermo si festeggia la santa protettrice della città, Santa Rosalia. In realtà il 14 notte avviene uno spettacolo pirotecnico dalla bellezza incredibile dopo la sfilata del carro dedicato alla Santa, costruito ogni anno per rinnovare la devozione della città a colei la quale nel 1625 debelló definitivamente la peste che attanagliava questa splendida metropoli da molti anni. Il culto della Santa risale peró ad origini medievali. Ella morì il 4 settembre del 1170 nella grotta dove si era rifugiata per fuggire alle insidie di coloro i quali la volevano dare in nozze al Conte Baldovino, il quale, come ricompensa per aver salvato il re da un leone selvaggio, aveva chiesto in cambio proprio lei, la giovane Rosalia. Ella era una fanciulla aristocratica dalla bellezza incredibile, figlia del nobile Sinibaldo, il quale non poté fare a meno di cedere sua figlia per volere del re. Ma Rosalia si rifiutó e scappó definitivamente, abbandonando tutto e tutti per darsi a Gesù. Dopo la sua morte da eremita le fu dedicata la costruzione di un santuario esattamente là dove scomparve, nel 1170, nella grotta sul Monte Pellegrino. Secoli dopo, nel 1625, il 15 luglio, dopo essere apparsa ad una nobildonna in visita al suo santuario, furono ritrovati i suoi resti fisici. Le ossa furono consegnate al cardinale Giannettino Doria, arcivescovo di Palermo, per il riconoscimento, che restó a lungo in sospeso. Poco tempo dopo avvenne anche che un povero saponaro, dopo aver perso la giovane moglie a causa della peste, salì sulla montagna di Palermo per farla finita e gettarsi di sotto sulle rocce dell’Addaura. Ma la Santa apparve all’infelice uomo e lo convinse a rinunciare all’intento, accompagnandolo sino in città e nel percorso gli promise che se proprio voleva morire lei l’avrebbe fatto morire di peste, ma prima lui avrebbe dovuto convincere il cardinale a far passare in processione i suoi resti, a credere che quelli erano realmente i suoi resti, e lei in cambio avrebbe fatto il vero miracolo: avrebbe salvato la città dalla peste debellandola definitivamente. Il povero Vincenzo Bonelli, il saponaro, morì realmente di peste dopo aver raccontato tutto quello che gli era successo e il cardinale Doria decise di credere a ciò che gli era stato raccontato. Così i resti di Santa Rosalia furono portati in processione fino al mare, attraversando tutto il Cassaro, e la città si salvò dalla peste.
Il piatto tipico del Festino di Santa Rosalia sono i “Babbaluci”, lumache spesso piccole, di terra, che di questi tempi sono delle primizie, vengono serviti cotti in un soffritto ricco di aglio e prezzemolo.
i Babbaluci, sono un piatto tipico siciliano che si mangia soprattutto per Santa Rosalia, ovvero la festa della patrona palermitana; se ne mangiano tante perchè dicono che sono di buono auspicio come le lenticchie a San Silvestro. babbaluci cunzati cu ogghio agghia e pitrusino.(lumache condite con olio aglio e prezzemolo.
Ingredienti
-1 kg Babbaluci
-4 spicchi di aglio
-1 mazzetto di prezzemolo
-olio EVO
-sale
-pepe
Preparazione
Prendete le lumachine e mettetele in un recipiente capiente, se vedete che sono tutte chiuse dal velo, mettetele sotto l’acqua in maniera che esse escano tutte. Scolatele bene e lasciatele per almeno 2 giorni con l’aggiunta di un po’ di pangrattato affinché spurghino per bene. Rimettetele in acqua e lavatele tante volte fino a quando l’acqua risulta pulita. Trasferitele in un tegame pieno d’acqua e mettetele al sole. Appena usciranno dal guscio trasferite il tegame sul fuoco a fiamma molto bassa per 10 minuti poi alzate la fiamma. Aggiungete un po’ di sale e quando vedrete che non si muovono più spegnete e scolatele bene. Nel frattempo fate un soffritto di aglio e prezzemolo tritato in olio abbondante, fate rosolare ed aggiungete le lumachine. Correggete di sale e pepe e fate cuocere per un paio di minuti. Cospargete ancora con abbondante prezzemolo tritato e lasciate insaporire fino al momento di servire.