Uno tra i più amati cibi della Sicilia, è sicuramente l’arancino o arancina. Ma il termine più corretto qual è? No, non si tratta di una semplice vocale. Il dilemma dell’arancino/a è qualcosa di più, è la spaccatura che divide la Sicilia in due capitali, Palermo e Catania, con diverse pronunce e anche forme differenti. La bontà però, almeno quella, è comune. I termini sono entrambi corretti, dipende dal luogo della Sicilia in cui vi trovate. Se vi trovate a Palermo, sentirete solo arancina, se vi trovate a Catania, è meglio utilizzare il nome al femminile.
L’arancino, usato a Catania dove per altro si usa la forma a punta, ispirata forse dall’Etna?, è una forma che deriva dal dialetto siciliano, La pronuncia arancina invece, tipica di Palermo e che indica la forma a palla, è assimilabile alla forma derivante dall’italiano. prende il proprio nome dal diminutivo di arancia, con cui si indica il frutto.
A sanare la controversia tra Palermo e Catania, tra “arancina” e “arancino”, ci ha pensato l’Accademia della Crusca, che ha espresso un parere puramente linguistico al riguardo.
Quindi si potrebbe concludere che il genere corretto è quello femminile: arancina. Ma non è così semplice, anzi…
Ma alla fine, con la pace di tutti, che maschio o femmina, a punta o rotonda, sono sempre la fine del mondo.
-1 Kg di riso
-2,5 lt di acqua
-100 g di burro
-30 g di sale
-2 bustine di zafferano
-1 cipolla
-1 carota
-1 gambo di sedano
-1 foglia d’alloro
-un pizzico di chiodi di garofano in polvere
-250 g di tritato suino
-250 di tritato bovino
-mezzo bicchiere di vino bianco
-2 cucchiai di concentrato di pomodoro
-200 gr di piselli
-sale q.b.
-pepe q.b.
-250 g di caciocavallo grattugiato
Mettere gli ingredienti in una pentola antiaderente, e lasciare cuocere, a fuoco medio e senza mai mescolare, fintanto che il riso non avrà assorbito tutta l’acqua
Rovesciare il contenuto della pentola in una teglia o un contenitore per farlo raffreddare.
In un tegame mettere la cipolla la carota e il gambo di sedano tritati finemente con un filo d’olio.
Fare andare a fuoco lento, dopo qualche minuto versare la carne suina e la carne bovina e farla rosolare.
Quando la carne sarà rosolata, alzare la fiamma, sfumare col vino bianco e fare evaporare, aggiungere l’alloro e la polvere dei chiodi di garofano i piselli ed il concentrato di pomodoro sciolto in un bicchiere d’acqua tiepida
Aggiungere altri due bicchieri d’acqua aggiustare di sale e di pepe e fare cuocere a fuoco lento per circa un ora e mezza
Finita la cottura fare raffreddare togliere le foglie d’alloro e quando tutto sarà tiepido aggiungere il caciocavallo mescolando .
Prendere sul palmo della mano una manciata di riso e formare una palla, grande quanto un’arancia, aprire poi questa palla appena formata e riempire con del ragù.
Chiudere a questo punto l’arancina compattandolo bene
L’arancino così formato va poi passato in una pastella leggera , fatta da acqua e farina, piuttosto liquida
e poi nel pangrattato.
Pronti per la frittura ,che va fatta usando un tegame con abbondante olio di semi
Appena l’olio sarà ben caldo immergervi un o più arancine in modo che vengano completamente sommerse dall’olio
farle imbiondire ed appena avranno assunto quel bel colore dorato tirarle fuori e farle intiepidire su della carta assorbente
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