Mamma e papà con i loro inviti della domenica sono riusciti a tenere unita la loro famiglia, hanno visto crescere i loro nipoti e invecchiare i propri figli. E per aumentare le radici della famiglia, il menù era sempre quello delle grandi occasioni e il servizio buono.
Noi figli siamo lì che ci passiamo le ricette dei genitori per ritrovare quel sapore di un tempo passato.
Ovviamente, gli arancini erano uno dei piatti più acclamati. Gli arancini si facevano tondi e per loro rappresentavano un’arancia. E in effetti era un’arancina, proprio perché aveva la forma di un’arancia che al plurale diventavano gli arancini.
Sorrido alle moderne precisazioni sul nome (arancina o arancino), sulla forma, io le faccio all’antica, al ragù di manzo e di maiale sfilacciati. La mia è tradizione, questa ricetta ha oltre 50 anni.
I ricordi sono riaffiorati uno dopo l’altro mano a mano che scrivevo il post, il mio posto era accanto a papà
Fare un ragù con la spalla di manzo tagliarla a pezzetti e lasciarla cuocere per 4 ore a fuoco basso dentro la salsa di pomodoro. Poi prendere la carne e sfilacciarla con le dita.
Fare rosolare cipolla, sedano e carota in un pò d’olio e aggiungere la carne di manzo tagliata a pezzetti. Quando la carne sarà rosolata sfumare con vino rosso e lasciar evaporare. Aggiungere la passata di pomodoro. Lasciar sobbollire coperto a fuoco bassissimo per almeno 4 ore. A fuoco spento aggiustare di sale e zucchero
Il riso non va né bollito, né cotto come un risotto. Si fa cuocere il riso nella quantità di liquido giusta per essere assorbita.
Si mette il riso nel brodo al bollore e si lascia in cottura per il tempo indicato sulla confezione Vedrete che il riso assorbirà tutta l’acqua.
Arancino o arancina pronti per friggere.
Farina, poi nell’uovo battuto e infine nel pangrattato
Io propongo una pastella semplice
Prima nella pastella di acqua e farina, poi nel pangrattato
L’unico modo per friggere a 180° C. Per farli diventare dorati bastano un paio di minuti per lato. Poi su carta assorbente in forno statico a 180° C
Le arancine di nonna Antonietta e nonno Nino, il pranzo della domenica più atteso
250 g di muscolo di manzo a dadini
1/2 cipolla piccola
1/2 carota
1 gambo di sedano
500 g di passata di pomodoro
1/2 bicchiere di vino rosso
sale, zucchero
olio extravergine di oliva
1,250 litri di brodo vegetale
500 g di riso
1 noce di burro facoltativo
50 g parmigiano grattugiato
farina
acqua
sale
pangrattato
1 litro di olio per friggere
Mozzarella tritata
uova sode
prosciutto o mortadella a pezzetti
Condire con una noce di burro e il parmigiano grattugiato.
Stendere il riso su una teglia e far raffreddare
Fodamentale bagnarsi le mani, altrimenti il riso si attacca alle mani e diventa impossibile formare le arancine.
Prendere un po’ di riso nel palmo di una mano e farcirle con il sugo di carne precedentemente mescolato tritare una mozzarella piccola e mescolarla al sugo. A piacere aggiungere un 1/4 di uovo sodo, un pezzetto di prosciutto o mortadella
Chiudere l’arancina con altro riso.
Formare una pastella non troppo liquida né troppo densa giostrandosi con l’acqua e la farina.
A parte mescolare il pan grattato
Passare ogni arancina prima nella nella pastella poi nel pan grattato
Preriscalda il forno a 180° C
Friggere, pochi alla volta, a 180° C per 2 minuti per lato.
Dopo averli fritti metterli in forno caldo, in una teglia ricorperta con carta assorbente.
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