La dolceria Scivoli è pietra miliare della pasticceria calatina, un’attività che nasce tanti anni fa grazie al maestro pasticcere Giacomo Scivoli.
Fin da piccolo si è innamorato di questo mondo e ha deciso di condividere i suoi capolavori culinari con tutta la città di Caltagirone e non solo. Successivamente la figlia Donatella insieme alla sua famiglia, ha deciso di portare avanti la lunga e importante tradizione che il padre ha fortemente radicato nelle viscere della città della ceramica.
Questa intervista è un viaggio tra i ricordi, le gioie, le difficoltà di un uomo e di una famiglia che ancora oggi rappresentano un punto di riferimento per la tradizione dolciaria calatina. Il lungo e soddisfacente cammino della famiglia Scivoli ha inizio nel 1929, e ancora oggi grazie a Donatella, a suo marito e ai loro figli il viaggio continua senza sosta, nel ricordo di “Zio Giacomino”.
Dolceria Scivoli: passione e tradizione vivono in simbiosi da tanti anni. Raccontaci la storia di questa brillante realtà.
La storia della dolceria Scivoli è una storia di famiglia. Tutto ha avuto inizio nel lontano 1929 quando mignon Giacomo, un bambino di appena 8 anni, viene impiegato quale “ragazzo di fatica” presso un prestigioso bar-pasticceria dell’epoca: “AL KURSAAL”, gestito dalla famiglia Bonanno. Le sue primissime mansioni esulano l’arte sacra della pasticceria: lui, infatti, si occupava principalmente di alimentare il ghiaccio (siamo in un’epoca in cui i frigoriferi o i congelatori non esistevano) o di prestare attenzione alle macchine del caffè.
Il suo sguardo e la sua attenzione, però, sono sempre rivolti all’interno del laboratorio dolciario e proprio lì questa sua legittima curiosità viene notata da un noto pasticciere catanese, un tale Alfio che lo affianca a sé avviandolo alla sua lunga e prestigiosa carriera che terminerà nel lontano 2013 con la sua morte.
La sua stessa vita è stata all’interno di un laboratorio di dolci contornato di zucchero, uova e farina e tanti altri ingredienti. Nel 1961, dopo diverse avventure e peripezie decide, coraggiosamente, di trasferire la sua attività presso l’attuale sede, l’allora nascente Viale M. Milazzo. Da quel momento la sede storica della dolceria Scivoli ha rappresentato un punto di riferimento per la città e non solo.
Quali sono gli insegnamenti che ti ha lasciato?
Affiancato da sempre da me, Donatella, presso il suo laboratorio ha forgiato e insegnato il suo mestiere a tanti giovani curiosi d’apprendere l’arte della pasticceria. In particolare uno, Cannilla Vincenzo, ha seguito particolarmente mio padre ascoltando attentamente i suoi autorevoli insegnamenti. Ancora oggi Enzo è ancora un nostro prezioso collaboratore assieme ai miei figli Giovanni e Giacomo. Tra i principali insegnamenti di mio padre è, oltre al rispetto rigoroso delle ricette da lui tramandate e custodite gelosamente, la selezione accurata e attenta delle materie prime. Noi seguiamo ancora oggi la sua politica, che può essere così sintetizzata: INNOVAZIONE NELLA TRADIZIONE. Infatti, ciò che ci caratterizza è che la nostra linea produttiva è strettamente fedele e coerente ad un metodo di lavorazione tradizionale, senza semi lavorati o altri surrogati.
Hai un ricordo particolare che ti viene in mente legato alla pasticceria quando pensi a tuo padre?
I ricordi di mio padre sono innumerevoli, poiché è stato sempre presente all’interno del suo laboratorio, dirigendoci e guidandoci fino al 2012. La cosa che maggiormente oggi mi colpisce, considerando la sua ovvia assenza, è che sapeva rendere ogni cosa semplice, poiché aveva, nel suo lavoro, una padronanza e una maestria che gli consentivano di trasformare una commessa di lavoro oggettivamene pesante in qualcosa di semplice.
Quanto conta la passione in questo lavoro?
La passione in questo mestiere è assolutamente indispensabile, è impensabile fare questo lavoro e non avere passione. È richiesta una profonda abnegazione, ti vengono richieste tante rinunzie.
Ricordo, ad esempio, quando da bambina passavamo con mia mamma dal laboratorio poco prima della veglia di Natale e mio papà era ancora lì, che decorava torte o preparava pasticcini. A testimonianza dei grandi sacrifici che si fanno, soprattutto nelle occasioni di festa che, per noi, non sono mai momenti di riposo.
Da quando tu e la tua famiglia avete preso le redini in mano qual è stata la soddisfazione più grande che avete avuto? E la difficoltà che avete incontrato?
Senza dubbio la maggiore soddisfazione lavorativa che abbiamo avuto è quella di aver ripreso a produrre le torte nuziali. Mi spiego meglio: mi capitava spesso, in passato, di ascoltare i ricordi delle persone che avevano celebrato momenti importanti della loro vita con le torte di mio padre e ciò ha fatto nascere in noi il desiderio di riprendere questa tradizione.
Ritengo che sia una gioia, infatti, far parte non solo della vita quotidiana dei nostri clienti ma anche accompagnarli con i nostri dolci nelle tappe fondamentali della loro vita. Iniziammo con tre matrimoni in un anno e questo numero è cresciuto sempre più con il passare degli anni, anche se quest’anno, purtroppo, l’emergenza ha annullato 62 prenotazioni di torte nuziali.
Qual è la ricetta a cui siete più legati? E quella che negli anni i vostri clienti hanno maggiormente apprezzato?
Senza dubbio, il dolce che ci contraddistingue è la cassatina di ricotta. La sua bontà è universalmente riconosciuta e ha contribuito a renderci famosi. La nascita di questo dolce ha una sua storia, invito pertanto i lettori a gustarla e sarà nostra cura raccontarvi la sua origine.