La magia dell’autunno, i sapori della cultura contadina, un viaggio che va dalla raccolta del frutto, dall’albero sino alla bottiglia.
Siamo in piena raccolta di olive, una tradizione del Sud Italia e della nostra splendida isola, la Sicilia. La raccolta delle olive copre un periodo abbastanza lungo che va da ottobre a dicembre e forte rimane la tradizione soprattutto nei paesi più piccoli dove ancora troviamo appezzamenti di terreno che permettono di mantenere viva questa tradizione.
Sveglia alle cinque, buio pesto, euforia pura. Arrivati in campagna, arrivava l’alba, arrivava la vita. Le nonne subito pensavano alla colazione. I grandi nel frattempo allargavano le tende.
Ci si arrampicava sull’albero e la mano di plastica incominciava ad andare su e giù. Di nascosto si tiravano le olive in testa a chi stava sotto.
A mezzogiorno una grande tovaglia a quadretti rossa e bianca veniva poggiata sull’erba alta; sopra si mettevano formaggi, olive, pomodori, sarde salate, pane fatto in casa, melanzane alla parmigiana, acqua e vino.
La stanchezza e il caldo di pomeriggio rallentavano il lavoro e il sudore bagnava la fronte.
Le nonne giravano tra gli alberi di ulivo a cercare le olive grosse da mettere sotto sale e i ragazzi aspettavano il vento. Si il vento, perché le olive al frantoio si dovevano portate senza foglie. Le foglie per magia volavano via. Alle sei del pomeriggio si raccoglieva tutto, poi si ritornava a casa; stanchi ma felici. Dopo la raccolta, in fila per ore al frantoio fino a quando non arrivava il proprio turno, e dopo un attesa estenuante si faceva ritorno a casa con il prezioso carico dove ad aspettarli trovavano l’intera famiglia; mentre le mogli avevano già preparato il pane caldo per l’antico e suggestivo rito del pane con l’olio.